Esiste molta confusione rispetto alle metodologie manageriali sul tema della gestione dei progetti o dei processi. Tanti metodi, tante sigle (tradizionali o innovative), che molto spesso contribuiscono a rendere più articolato e complesso ciò che invece dovrebbe essere un approccio di per sé semplice e sostenibile.
Inoltre, i tanti approcci presentano spesso aspetti e principi comuni per cui, di conseguenza, si tratta di modi via via diversi per definire la stessa cosa o gli stessi identici principi. Scrum, kanban, Prince2 o il Lean management derivano tutti da un identico principio di de-burocratizzazione delle regole e alleggerimento delle attività, concentrando l’operato sul committente e sul massimo valore che questi richiede dai risultati delle attività e arricchendo attraverso feedback ripetuti un approccio empirico di apprendimento continuo.
Detto ciò, è bene sottolineare come le tecniche e i metodi diventino più di valore e determinanti rispetto alla sigla manageriale che si intende seguire e come tali tecniche si possano calare rispetto al contesto di applicazione. Inoltre, è da considerare che le filosofie e gli approcci manageriali di nuova generazione sono di difficile attuazione, se non attraverso un procedimento preliminare di preparazione dell’ambiente e dei gruppi dal punto di vista culturale rispetto ai criteri di ingaggio e partecipazione.